Controllo dei prodotti finanziari
Associazione consumatori Avvocati con te controlla i seguenti prodotti finanziari:
•Mutui
•Prestiti
•Cessioni del quinto
•Leasing
•Conti corrente
•Carte di credito.
L'analisi è finalizzata al riscontro di usura od anatocismo per attivare le azioni stragiudiziali o legali del caso.,
In pochi giorni lavorativi verrà analizzato il contratto e verrà redatta una PREANALISI chiara e trasparente con indicazione delle/a anomalie riscontrate. Si valuterà dunque la migliore strategia di approccio.
Usura e anatocismo: domande
1 . Cos'è il tasso soglia?
Il TASSO SOGLIA è un limite invalicabile che si ottiene sommando al TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio) una percentuale che funge da “cuscinetto di tutela matematica” . Il TEGM viene indicato dalla Banca d’Italia sentito l’Ufficio Cambi per ogni trimestre e per ogni tipologia di affidamento/prestito. Banca D’Italia FOTOGRAFA ma non determina!
2. Cos'è l'anatocismo?
I contratti relativi alle operazioni di raccolta del risparmio e di esercizio del credito stipulati dopo l'entrata in vigore della delibera DEL 9 febbraio 2000 (Trasparenza contrattuale) indicano la periodicità di capitalizzazione degli interessi e il tasso di interesse applicato. Nei casi in cui è prevista una capitalizzazione infrannuale viene inoltre indicato il valore del tasso, rapportato su base annua, tenendo conto degli effetti della capitalizzazione. Le clausole relative alla capitalizzazione degli interessi non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto. Il mancato rispetto dell’articolo 117 T.U.B nei contratti finanziari comporta l’applicazione della sanzione , come previsto al comma 7 , del medesimo articolo:
il contratto resta valido ma viene applicato come nuovo tasso
"Il tasso nominale minimo e quello massimo dei buoni ordinari del tesoro annuali o di altri titoli similari, eventualmente indicati dal Ministro del Tesoro, emessi nei dodici mesi precedenti la conclusione del contratto, rispettivamente per le operazioni attive e per quelle passive"(attualmente 0,5 %).
3. I documenti che servono per la preanalisi
Basta la copia del contratto completa di tutti i suoi allegati, il piano di ammortamento e il documento di sintesi.
4. Come chiedere la dilazione/sospensione/riduzione delle rate
Attraverso i nostri professionisti possiamo aiutarti a gestire questa situazione agendo in vari modi. E’ possibile trattare con banche e finanziarie al fine di ottenere l’estinzione del finanziamento (fare valere la prescrizione, ecc…), la riduzione (formulare proposte di saldo e stralcio, ecc.), la dilazione (al fine di ottenere un rata più adatta alle tue entrate).
Se non sei più in grado di sostenere le rate del mutuo, puoi intervenire richiedendo, come previsto dalla legge, la sospensione delle rate del mutuo per un certo periodo di tempo nei casi di perdita dell’impiego per il lavoratore dipendente o per cessazione attività nel caso di lavoratore autonomo, riconoscimento di invalidità o handicap e altre circostanze previste dalla legge vigente;
5. Come chiudere un finanziamento a saldo e stralcio
Certo. Il saldo e stralcio è una transazione che permette di chiudere un debito con una somma inferiore rispetto all’importo complessivo. E’ una procedura molto complessa e sono indispensabili esperienza e potere di negoziazione. Avvocati con te ti consente di concludere transazioni vantaggiose, permettendoti di ottenere l’estinzione del debito e la possibilità di vedere ripristinata la tua reputazione creditizia.
Rimedi nei casi di usura e anatocismo
La sentenza del 20 febbraio 2003 n. 2593.
La sentenza della corte di Cassazione del 20 febbraio 2003 n. 2593 è molto chiara a riguardo: “Occorre, in primo luogo, rilevare che in ipotesi di mutuo per il quale sia previsto un piano di restituzione differito nel tempo, mediante il pagamento di rate costanti comprensive di parte del capitale e degli interessi, questi ultimi conservano la loro natura e non si trasformano invece in capitale da restituire al mutuante, cosicché la convenzione, contestuale alla stipulazione del mutuo, la quale stabilisca che sulle rate scadute decorrono gli interessi sulla intera somma integra un fenomeno anatocistico, vietato dall'art. 1283 c.c.” In generale tuttavia gli istituti di credito applicano gli interessi di mora su tutta la quota di debito (capitale e interessi), di fatto ignorando la legislazione vigente.
La sentenza n. 24418 del 2 dicembre 2010.
La Sentenza n° 24418 del 02 Dicembre 2010 emessa dalla Suprema Corte di Cassazione riunitasi a Sezioni Unite, ha affermato che l’azione di ripetizione, proposta dal cliente di una banca, il quale lamenti la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi anatocistici maturati con riguardo ad un contratto di apertura di credito bancario regolato in conto corrente, è soggetta a prescrizione decennale decorrente, qualora i versamenti eseguiti dal correntista in pendenza del rapporto abbiano avuto solo funzione ripristinatoria della provvista, dalla data in cui è stato estinto il saldo di chiusura del conto in cui gli interessi non dovuti sono stati registrati. Dichiarata la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale, contemplata nel contratto di conto corrente bancario, per contrasto con il divieto di anatocismo stabilito dall’art. 1283 c.c., gli interessi a debito del correntista devono essere calcolati senza operare capitalizzazione alcuna.
L'anatocismo era considerato lecito.
L’anatocismo era considerato, fino a poco tempo fa, del tutto lecito, nonostante l’art. 1283 del codice civile preveda dei limiti ben precisi per la sua applicazione: "In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi".
In sostanza, l’inserimento di una clausola che preveda l’anatocismo in un rapporto di conto corrente bancario può essere considerata lecita solamente se l’anatocismo sia considerato, da sempre, come una usanza pacificamente accettata sia dai clienti che dalle banche (cosiddetto uso normativo).
Il recente orientamento della Cassazione
Di recente la Cassazione, cambiando orientamento, con le sentenze 16/03/1999 n. 2374, 30/03/1999 n. 3096 e 11/11/1999 n. 12507, invece ha stabilito che l’anatocismo non è un uso accettato e considerato come lecito dai clienti che lo ritengono invece come una vessazione delle banche, un male minore da subire per poter aprire un conto corrente.
In altre parole significa che oggi gli interessi sugli interessi, comunemente applicati da tutte le banche nei contratti di conto corrente passivi, sono da considerare del tutto illeciti e quindi debbono essere integralmente restituiti ai correntisti dall’inizio del rapporto di conto corrente.
Sono ormai numerosi i provvedimenti di tutti i Tribunali d’Italia che, sulla scia delle sentenze della Cassazione - che sino ad oggi ha sempre confermato il rivoluzionario indirizzo antibancario - hanno imposto la restituzione degli interessi anatocistici ai correntisti.
Importanti passi della giurisprudenza
Le motivazioni di una prima sentenza, emessa nel dicembre 2011 dalla Corte di Cassazione in merito all’usura bancaria, hanno aperto alle aziende a ai privati cittadini la strada del risarcimento civile.
La sentenza, nonostante l’assoluzione di tre banchieri, ha comunque configurato la possibilità di ottenere il risarcimento per la scorretta applicazione della commissione di massimo scoperto, quando la stessa va a generare tassi usurari.
Come si legge nella motivazione della sentenza:
“Le circolari e le istruzioni della Banca d’Italia non rappresentano una fonte di diritti ed obblighi e nella ipotesi in cui gli istituti bancari si conformino ad una erronea interpretazione fornita dalla Banca d’Italia in una circolare, non può essere esclusa la sussistenza del reato di usura sotto il profilo dell’elemento oggettivo”.
Il decreto sviluppo, convertito in legge nel luglio 2011, ha per la Suprema Corte
” introdotto un regime maggiormente favorevole agli istituti di credito in relazione al reato di usura”, ma la stessa corte ha ribadito come tale norma non abbia effetto retroattivo.La stessa corte, nell’esaminare le nuove norme di regolamentazione del mercato creditizio, che hanno elevato il T.E.G. (Tasso Effettivo Globale) di credito, ha stabilito che banche e finanziarie non possono avvalersi di tali normative in caso di denuncia da parte di imprese o privati che accusino l’applicazione di interessi usurari.
Queste le motivazioni della sentenza:
"la portata dell’intervento innovativo sulla determinazione dei criteri di individuazione del tasso soglia e la mancanza di norme transitorie, certamente non dovuta a disattenzione, denotano che si è voluto dare alla normativa (che ha introdotto un regime maggiormente favorevole agli istituti di credito in relazione al reato di usura) operatività con esclusivo riferimento a condotte poste in essere dopo la sua entrata in vigore, senza produrre effetti su preesistenti situazioni, regolate dalla normativa precedente”.
La Suprema Corte di Cassazione poi, in una storica sentenza del 2013 , così ribadisce la conseguenza di comportamenti scorretti tenuti da istituti di credito e finanziarie:
“se sono convenuti interessi usurari la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. Come conseguenza diretta di questa sentenza, in molti contratti di mutuo nei quali erano stati applicati tassi di mora molto elevati, applicazione che dava luogo a casi acclarati di usura bancaria, l’accertamento, a seguito di opposizione a decreto di ingiunzione, dell’esistenza di questa pratica illecita ha portato l’autorità giudiziaria a concedere provvedimenti di sospensiva dell’atto di pignoramento degli immobili.
La banca di ha dato ragione!
Importante risultato ottenuto dall'Associazione Avvocati con te nella trattativa condotta con un noto istituto di credito a sostegno di un nostro associato.
L'utente, titolare di un mutuo trentennale, e non più in grado di sostenere il pagamento della rata mensile salita anno dopo anno alle stelle, ha chiesto all'associazione Avvocati con te di intervenire presso la banca per intentare una trattativa che potesse alleggerire il suo debito.
I nostri professionisti hanno quindi analizzato il contratto di mutuo e hanno riscontrato che il tasso applicato, un tasso fisso, aveva negli anni decisamente superato il tasso soglia determinando così usura.
Su questa base, i nostri legali hanno avviato i contatti con la banca contestando quanto verificato e dunque richiedendo una revisione degli accordi.
In una prima fase, i legali di Avvocati con te hanno proposto una chiusura con vendita dell'immobile, ma risultando l'impresa piuttosto ardua vista la condizione del mercato immobiliare, sono passati ad una strategia di dialogo e di confronto con la dirigenza dell'istituto finanziario.
Con pazienza, ma decisione i nostri avvocati hanno affiancato il cliente e intrapreso attivamente un percorso di continui contatti con i referenti bancari per l'ottenimento di una rinegoziazione della rata.
L'operato di Avvocati con te ha quindi avuto l'esito sperato con la stipula di nuove condizioni contrattuali nettamente favorevoli all'associato.
La banca ha infatti accolto la richiesta di abbassare il tasso di interesse applicato, mantenendo identica la durata del mutuo e questa decisione ha avuto come effetto immediato di diminuire la rata mensile del 30% con estrema soddisfazione del nostro associato.
Beh, se voi foste condannati a pagare una rata mensile di 900 euro per un mutuo trentennale ... non sareste contenti se vi venisse ridotta a 600 ? Ben 300 euro che rimangono a disposizione della vostra famiglia ogni mese.